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Trattamento delle fratture ossee

Quando parliamo di fratture ossee intendiamo una condizione medica per la quale vi è un’interruzione di continuità di un segmento osseo o cartilagineo. Dopo aver analizzato le tipologie di fratture ossee, in questo contributo Physioclinic Poliambulatorio, redatto dal nostro fisioterapista Pierluigi Conton responsabile della palestra riabilitativa, spieghiamo il trattamento delle fratture ossee.
Riconoscere la frattura di un osso è tendenzialmente facile quando riguarda ossa nel vicino distretto articolare. Risulta invece un po’ più difficile quando le fratture riguardano ossa meno interessate nella funzionalità di movimento. Per questo, dopo un trauma o un incidente dove persiste un dolore associato spesso ma non sempre a gonfiore, è bene recarsi sempre in Pronto Soccorso per far verificare tramite RX la presenza o meno di una frattura.

Appurata la frattura, la tematica si fa più complessa in quanto l’ortopedico applica la tecnica più adeguata in base alla tipologia di frattura

Per il trattamento delle fratture ossee l’ortopedico può :
1- immobilizzare, steccare o gessare la parte fratturata così da permettere la calcificazione della frattura;
2- ridurre la frattura nel caso quest’ultima risulti scomposta, controllare la riduzione di frattura sotto Rx, immobilizzare, steccare o gessare se la riduzione di frattura rientra nei parametri di normalità;
3- nel caso in cui la frattura risulti scomposta o fratturata in più punti allora l’ortopedico procederà a ridurla chirurgicamente con i mezzi di sintesi;
4- quando invece la frattura si frammenta in molteplici pezzi, come può succedere per una rotula o il capitello radiale, allora si procede al cerchiaggio, ossia la misura migliore per contenere i vari pezzi di osso e ridurre la frattura;
5- in quelle fratture che coinvolgono ossa lunghe e di carico come, ad esempio, femori o tibie, allora si procede con l’inserimento (sempre in una fase chirurgica) di ferri di riduzioni della frattura lungo tutta la lunghezza dell’osso, detti anche “chiodo endomidollare”;

6- poi ci sono situazioni particolari dove le coincidenze fanno sì che si prediliga un tipo di intervento piuttosto che un altro. Nelle fratture di femore dove la frattura è sul collo dell’osso o nelle fratture di omero dove la rottura è sempre sul collo dell’osso, allora si procederà a valutare anche in base all’età del paziente se sia il caso di fare una sostituzione dell’articolazione con una protesi chirurgica.

Nei primi due casi i tempi di guarigione sono abbastanza veloci (4/6settimane). Per quanto riguarda gli altri casi bisogna valutare situazione per situazione con gli specialisti adatti. I controlli successivi devono comunque essere fatti sotto controllo radiografico.